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Da: Libreria Editrice Urso - Avola <info@libreriaeditriceurso.com>
Data: Giovedì, 27 luglio 2000 1:03
Oggetto: mailing list Per I LAPILLI di Giovanni Stella
*****Lapillo N.16 *****
Convenimmo sul crepuscolo,
scegliendo il momento .
più propizio della giornata.
Fu forse per i colori del cielo,
che a quell'ora diventano così belli
da sembrare immaginari, e poi .
potevamo vederlo insieme .
e quattr'occhi vedono meglio di due.
Né accadde per caso che fosse un tramonto .
dipinto a rubarci a noi stessi.
Il lento cedere della luce al buio
sembrava abituarci all'idea dell'assoluto
e procurarci pure una tenue quiete.
Sai che tramonto ieri...!
A ricordarlo ne ho quasi vergogna.
Una piccola flotta di pescherecci
e la barchetta dedicata a Mosé
riposavano nel fiordo.
Il luogo è mirabilia: nordico il paesaggio,
ellenico il verde, d'Africa i colori...
Accompagnai il sole alla partenza
da un oblò della casa ruotata.
Poi il caffè, il dialogo con Ciccio e Liliana
e la mia Cetty, che disegnava maschere
sui fazzolettini di carta, sono rimasti
i momenti buoni del ricordo.
Né, lo confesso, alla natura oserei
chiedere di più.
Hai forse perduto il punto di riferimento?
Sento che mi chiedi notizie del posto.
Eppure dovresti riconoscerlo...
NOVITA
(Collana ARABA FENICE N. 13)
RECENSIONE
Per
i Lapilli
di Giovanni Stella
La Libreria Editrice
Urso di Avola (Siracusa) ha pubblicato una raccolta di poesie di Giovanni Stella
(1948, Presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti di Siracusa, già
autore di altri volumi di versi) "LAPILLI" (1999, L.12.000).
In
una nota finale l'autore confessa che questi versi "ha visto venir fuori controvoglia
e quasi senza accorgersene, come accade al bambino con un ruttino, e al vulcano
con un'eruzione".
In vero, la prima impressione che si avverte è proprio quella che si tratta di frammenti isolati, "disiecta membra", in cui un'immagine, uno squarcio di realtà è richiamata per un attimo alla memoria e resta un bel ricordo come una luce che risplende e poi finisce. L'impressione è suggerita dal poeta stesso, che nell'ultima poesia, (50), avverte l'immagine, sul far del giorno, "Lontano un razzo lascia un filo di luce / che subito si dissolve". L'immagine nasconde rimpianto, "si dissolve", al modo stesso in cui in un altro componimento, (47), all'avvicinarsi della vecchiaia, si chiede "Perché .../... lento e inesorabile /fai mutare in vecchiaia / il volto di quel fanciullo che gli occhi/ rivedono nel richiamo della memoria? ". I1 ricordo del papà che accompagna lui bambino a giocare nel sagrato della chiesa, (23), lascia amarezza ora che la realtà nella sua durezza ha distrutto l'incanto del tempo, "Oggi non ho giocato, e forse neppure / ho sognato". Questo stato d'animo è un motivo congeniale che sollecita la vena del poeta, come ad esempio anche nella poesia 19, "era piacevole ... //... // lasciare scivolare i giorni //... // senza accorgerci che intanto il filo / saccorciava, e che tu lentamente / te ne andavi"
I "lapilli" possono
suonare rimpianto per la bellezza di paesaggi (Taormina in 45, Venezia in 37,
Granata in 32, i giardini moreschi del Maghreb in 29, Roma in 26) ma non manca
mai la nota del palpito interiore. Ad esempio in 37 "Fra mito e realtà,
leggenda e finzione, / Venezia appariva e spariva, / così io stesso".
Il verso finale pur nella stringatezza è un taglio che con durezza "dissolve"
il bagliore e riporta alla realtà, a se stesso.
Talora il distacco
è segnato anche da garbata ironia: ad esempio, la visita in Terra Santa
(40) si conclude sul Golgota, con il ricordo del monaco, il quale con una mano
indica "il luogo dell'ingiustizia", ma con l'altra "la cassetta dove m'indusse
/ a versar l'obolo". Risalta di più l'ironia, se si paragona a questa
un'altra conclusione: la visita a Trieste (34) si conclude con il ricordo del
buon libraio che gli ha fatto tenere in mano il manoscritto di Saba, "E, sai,
mi sono nuovamente / emozionato".
In genere
esiste un distacco tra il poeta e il mondo esterno in questi "lapilli". Lo rivela
un sintomo, un verso (che si ripete in 43 e in 39), "Gente che va e gente che
viene", per indicare persone che appartengono ad un mondo esterno di traffico
nella festa di San Sebastiano o all'ambiente di un ospedale, ma che restano
estranee nel momento della commozione interiore
Diversa
nell'impostazione e nel tono sembra la natura dei componimenti della prima parte
della raccolta. Quivi più chiaramente, più liricamente, si avverte
la perdita, la mancanza di una persona cara, "di te che sei assenza / senza
più forma" (9). Perfino il crepuscolo, (10), che una volta fu "caro e
galeotto", ora è diventato "compagno di solitudine". Allo stesso modo,
al centro del componimento successivo, (11), il poeta avverte solo "il vuoto'"
tra sé e le bianche nuvole in cielo e conclude di sentirsi "confuso";
questo per lassenza della persona amata. Sono brevi cenni, ma chiusi dal
riserbo e dal pudore di non profanare la delicatezza dell'intimità. Il
tono oscilla tra sorpresa e abbandono.
Carmelo
Depetro
(Insegnante di lettere presso il Liceo Classico di Comiso)
Maggio 2000
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Lapillo N. 36
Ho voglia d'ammirare
un'alba immaginifica
e un tramonto stupefacente;
ho voglia di accarezzare
una goccia di rugiada su una rosa
gialla e di passeggiare
a piedi nudi sull'erba
umida, fra alberi e piante;
ho voglia d'un ramo dai fiori
bianchi che si protende sulla finestra
e di scalare la vetta d'un monte
e di navigare solcando l'occano.
Ho voglia d'incontrare il deserto
in compagnia del solo cammello,
e di vedere apparire a una stazione
ferroviaria di confine il nome
di mia madre, e di chiedere
a lei, maestra,
d'indicarmi ancora una volta
la maestra via;
ho voglia di rivolgermi
a mio padre come tanti
anni fa, qual figlio che chiede
notizia sul mondo,
ricevendo parole sul mondo.
Ho voglia...
Commenti al nostro SITO INTERNET www.urso.3000.it
-Bravo sig. Urso, finalmente qualcosa di nuovo dalle nostre parti, ed una vetrina sicuramente positiva per il nostro paese...-
Corrado Gisarella 24/05/2000
-Carissimo Ciccio, siamo veramente felici di trovare un "angolo" di cultura anche sul web.Saremo presenti spesso e speriamo di trovarlo più ricco ogni volta che lo visiteremo...-
Pietro e Giusi 16/05/2000
- Yeah!!! Finalmente anche voi interattivi!...Stupefacente! Così adesso posso svaligiare la libreria on-line...-.
Corrado Andolina 11/05/2000
- ...quello che leggo è il primo "contenitore culturale multimediale", che esprime la civiltà, la "Kultur", per dirla coi tedeschi o la "civilisation", per dirla coi francesi, la "civiltà", dicevo, antica e complessa della nostra provincia, quindi ti ringrazio per il bel prodotto che mi invii e spero di leggerlo ancora...-.
Carmelo Pisasale 21/05/2000
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Grazie per l'attenzione.
A risentirci.
Cordiali Saluti
Francesco Urso
Libreria Editrice Urso Corso Garibaldi, 41 96012 AVOLA (Italia)
sito internet http://www.libreriaeditriceurso.com
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